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Perché l’UNESCO?

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura è espressione della volontà di riscatto dalle macerie di due guerre mondiali. Ecco le prime parole della sua Costituzione del 1945:

“Le guerre iniziano nella mente degli uomini, ed è nella mente degli uomini che devono essere costruite le difese della pace poiché l’incomprensione reciproca tra i popoli è sempre stata, nel corso della storia, all’origine del sospetto e della diffidenza. La dignità dell’uomo esige la diffusione della cultura e dell’educazione”.

Vocazione principale dell’Organizzazione è la coordinazione e cooperazione internazionale in materia di educazione, scienza, cultura e comunicazione. I suoi obiettivi fondamentali consistono nel rinforzare i legami tra le nazioni, le società, le comunità gruppi e individui, in modo da creare un ambiente favorevole perché ogni cittadino possa:

☞ avere accesso ad una educazione di qualità, diritto fondamentale e condizione indispensabile di uno sviluppo sostenibile;
☞ crescere e vivere in un ambiente culturale ricco di diversità, di dialogo, in cui il patrimonio serva da unione tra le generazioni e i popoli;
☞ beneficiare pienamente dei progressi della conoscenza e della scienza;
☞ godere di piena libertà di espressione, base della democrazia, dello sviluppo e della dignità umana.

Il Gioco e Sport Tradizionale, in linea con lo spirito UNESCO, da sempre promuove l’incontro, la pacifica convivenza delle diversità e la libertà di espressione. In quanto patrimonio culturale immateriale è forte espressione del territorio che abita e dei saperi a lui indissolubilmente legati: giocare insieme significa accogliere e fare esperienza di tutto questo.

Cos’è il Patrimonio Culturale Immateriale?
La Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale UNESCO del 2003, ratificata dall’Italia nel 2007, definisce in questo modo il patrimonio culturale immateriale:

Per “patrimonio culturale immateriale” s’intendono le prassi, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, il know-how – come pure gli strumenti, gli oggetti, i manufatti e gli spazi culturali associati agli stessi – che le comunità, i gruppi e in alcuni casi gli individui – riconoscono in quanto parte del loro patrimonio culturale. Questo patrimonio culturale immateriale, trasmesso di generazione in generazione, è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi in risposta al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia e dà loro un senso d‘identità e di continuità, promuovendo in tal modo il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana. Ai fini della presente Convenzione, si terrà conto di tale patrimonio culturale immateriale unicamente nella misura in cui è compatibile con gli strumenti esistenti in materia di diritti umani e con le esigenze di rispetto reciproco fra comunità, gruppi e individui nonché dello sviluppo sostenibile.” (Art.2)

Per la Convenzione, sono le comunità, i gruppi e gli individui portatori di conoscenze, pratiche e capacità i primi protagonisti nel processo di produzione e trasmissione culturale. La storia di AGA e del festival Tocatì assume un rilievo esemplare alla luce di questo scenario. Da un gruppo di giocatori e giocatrici organizzati in associazione culturale nasce un movimento che vuole rigenerare il rapporto con la città e con i territori in quanto luoghi di appartenenza. L’associazione si rivolge alle politiche locali, negozia le condizioni per rendere concreta la volontà di continuare a giocare, con e per la città. AGA si collega poi con altre comunità, progetta un Festival, azione principale del programma Tocatì riconosciuto Buona Pratica dall’UNESCO a Rabat, Marocco, nel dicembre 2022, e attiva reti internazionali. Il grande viaggio del patrimonio nel mondo globale ha molte storie da raccontare. La storia di Tocatì è una di queste.

Ma che cosa vuol dire essere Buona Pratica?
Significa che Tocatì si propone come modello, come fonte di ispirazione per quelle comunità che vogliono rifarsi al suo percorso per salvaguardare a loro volta gli elementi che ritengono espressione del proprio patrimonio culturale.
Il programma Tocatì si propone di salvaguardare non tanto singoli elementi materiali, come possono essere i più noti siti e monumenti riconosciuti quali patrimonio dell’umanità, ma elementi immateriali come le conoscenze e le pratiche necessarie a far vivere e trasmettere alle nuove generazioni i valori legati al gioco e sport tradizionale. Tramite la trasmissione di queste esperienze e di queste pratiche, le comunità si mettono in opera per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale dell’intera umanità, in una logica di condivisione.

Tocatì è stato riconosciuto come Buona Pratica dall’UNESCO perché collega i giochi e gli sport tradizionali ai valori del patrimonio culturale immateriale, mobilitando migliaia di giocatori, volontari, ammiratori e media. Svolgendosi nelle strade e rendendo le aree altamente urbanizzate e turistiche spazi di inclusione e di uguaglianza, aumenta anche la consapevolezza dell’esistenza del patrimonio culturale immateriale e dei rischi correlati. I cinque obiettivi principali del programma Tocatì che lo rendono una Buona Pratica sono:
(a) rafforzare un terreno comune di scambio tra addetti ai lavori e istituzioni; (b) stabilire un processo per l’identificazione, la documentazione e il monitoraggio partecipativo dei giochi e degli sport tradizionali; (c) migliorare la trasmissione dei giochi e degli sport tradizionali nell’ambito dell’educazione formale e non formale; (d) responsabilizzare e proteggere le comunità e aumentare la loro capacità di garantire l’accesso agli spazi pubblici e di gestirli; e (e) coinvolgere comunità, gruppi, individui, istituzioni e altri soggetti interessati in iniziative innovative di rafforzamento delle capacità. Questi obiettivi sono stati identificati attraverso consultazioni e incontri con le comunità a livello locale, nazionale e internazionale e hanno plasmato Tocatì in modo dinamico, contribuendo alla crescente partecipazione e alla portata del programma.

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