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Tocatì, una storia che inizia per gioco

Tutto comincia nel 2003 con un gruppo appassionato di giocatori di S-cianco, gioco tradizionale veronese, che decide di riportarlo nelle piazze, tra la gente, nel cuore vivo della città. Intorno a loro, la curiosità cresce. Altri giochi si aggiungono, altre comunità si uniscono, e le strade di Verona si trasformano in un grande spazio condiviso. Da quell’esperienza nasce l’Associazione Giochi Antichi (AGA), che nel tempo darà forma e visione a un progetto culturale capace di coinvolgere il mondo.

Il nome del festival prende ispirazione da una parola in dialetto veronese: Tòca-a-tì, che significa “tocca a te”, un invito semplice e potente, che racchiude l’essenza del gioco come gesto di relazione, attesa e partecipazione.

Da questo atto spontaneo e collettivo nasce un festival che oggi parla al mondo, celebrando ogni anno la bellezza del gioco tradizionale come patrimonio culturale vivente.

Da 23 anni Tocatì anima le strade di Verona con voci, gesti e risate che si intrecciano tra mura e palazzi storici e giochi senza tempo. È un festival a ingresso libero, nato per custodire e trasmettere i giochi e sport tradizionali, per far rivivere la memoria delle comunità che li tramandano. Qui, il gioco è cultura in movimento, linguaggio universale, occasione di benessere, creatività e incontro.

Nel quartiere di Veronetta, sulla riva sinistra dell’Adige, il festival si apre in cinque aree: Giochi e sport tradizionali, Spettacoli, Riflessioni, Sapori, Mostre e visite guidate. Le strade diventano piazze del mondo, e ogni edizione accoglie un Paese Ospite d’Onore, che porta con sé la propria lingua, i propri gesti, il proprio modo di giocare e stare insieme.
Durante il festival, Verona si trasforma: lo spazio urbano si apre, si fa accogliente, si riempie di corpi in movimento e di relazioni. È un momento in cui i cittadini si riappropriano delle strade, delle piazze, dei cortili, che tornano a essere luoghi di vita, gioco e comunità.
In questo spirito nasce anche il Forum della Cultura Ludica, uno spazio aperto al pensiero, al confronto e alla ricerca, dove durante il festival studiosi, giocatori e istituzioni dialogano sul valore sociale e culturale del gioco.

Nel 2025 sarà la Nuova Zelanda, con la cultura Māori, a incontrare le comunità ludiche italiane, in un dialogo che attraversa ritmo, corpo e memoria.

Un ponte tra culture

Tocatì è un ponte tra culture, idee e tradizioni. Gli Ospiti d’Onore delle scorse edizioni sono stati Spagna, Croazia, Scozia Grecia, Svizzera, Svezia, Messico, Congo, Iran, Taiwan, Brasile e Portogallo, Croazia, Grecia, Scozia, Spagna e Svizzera, Ungheria, Messico, Catalogna, Cina (Pechino e Guizhou), Regioni Europee, Francia del Sud, Bretagna, Le Italie dei Borghi, Francia Belgio Croazia e Cipro, Portogallo, l’Italia che gioca.

Tra gli ospiti anche voci straordinarie della cultura contemporanea come Salvatore Settis, Marc Augé, Bianca Pitzorno, Marco Paolini, Joseph Joffo. Momenti d’arte indimenticabili, come l’installazione Il Terzo Paradiso di Michelangelo Pistoletto o il concerto di Teresa Salgueiro al teatro Romano, hanno trasformato il festival in un momento di intensa partecipazione e emozione.

Un riconoscimento che parla al mondo

Nel dicembre 2022, il programma Tocatì è stato riconosciuto dall’UNESCO come Buona Pratica di Salvaguardia del Patrimonio Culturale Immateriale. È l’unico caso in Italia. Un riconoscimento che non celebra un singolo evento, ma la forza della comunità, il valore dei giochi come riti condivisi, e la capacità di fare rete e custodire ciò che ci rende umani.

Tocatì è un invito a rallentare, a guardarsi negli occhi, a scoprire che il gioco può essere uno spazio libero e profondo dove ritrovarsi, generazione dopo generazione.

Selezione di foto dalle 22 edizioni del Festival