Riflessioni ed esperienze dal mondo del gioco tradizionale
Il Forum Internazionale della Cultura Ludica è il cuore del Festival. Qui l’Associazione Giochi Antichi accoglie ospiti nazionali, internazionali e pubblico, invita a conoscere la storia del festival ed a partecipare agli incontri dello spazio Auditorium. In auditorium, le comunità ludiche presenti al festival raccontano la pratica del loro gioco ed esperti, studiosi e rappresentanti delle amministrazioni si incontrano per approfondire le tematiche del gioco e il tema della salvaguardia del gioco tradizionale – riconosciuto dall’UNESCO come patrimonio immateriale. Lo spazio del Forum ha il piacere di ospitare anche nell’edizione 2019, l’Istituto per la Demoetnoantropologia (ICDE), il Museo delle Civiltà (MuCiv), il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e la Società italiana per la museografia e i beni demoetnoantropologici (SIMBDEA) impegnati nella valorizzazione del patrimonio culturale materiale e immateriale italiano, nonché la Fondazione Benetton, impegnata con la prestigiosa rivista LUDICA nella ricerca e nella storia del gioco.
AGA
AEJeST
L’Association Européenne des Jeux et Sports Traditionnels (AEJeST), organizzazione non governativa accreditata presso l’UNESCO dal 2010, si compone di federazioni, associazioni culturali, musei, ordini professionali e istituzioni accademiche che intendono valorizzare e difendere gli sport e i giochi tradizionali. L’associazione non ha come obiettivo solo lo sviluppo e la pratica del gioco e dello sport tradizionale, ma anche il riconoscimento e la diffusione dei valori che essi sanno trasmettere.
ICDE
L’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia opera per la valorizzazione, in Italia e all’estero, dei beni culturali demoetnoantropologici, materiali e immateriali, e delle espressioni delle diversità culturali presenti sul territorio. L’istituto promuove inoltre attività di ricerca, formazione, studio e divulgazione, collaborando, per raggiungere i suoi fini istituzionali, con università, enti pubblici e privati, centri di ricerca nazionali e internazionali. Dal 2017, l’Istituto contribuisce all’organizzazione del programma di formazione in rete delle comunità ludiche italiane, Tocatì, un patrimonio condiviso. Le giornate dell’immateriale.
SIMBDEA
(Società Italiana per la Museografia e i Beni Demo-Etno-Antropologici) dal 2001 riunisce antropologi, professionisti, studiosi e volontari attivi nel campo della ricerca, della museologia e del patrimonio culturale materiale e immateriale. Nel 2015 AGA e SIMBDEA hanno firmato un protocollo d’intesa che definisce gli sviluppi delle collaborazioni future per la valorizzazione del Gioco Tradizionale come Bene Culturale Immateriale.
FONDAZIONE BENETTON STUDI RICERCHE
La Fondazione Benetton Studi Ricerche promuove dal 1987 a Treviso progetti culturali finalizzati alla conoscenza e preservazione dei patrimoni materiali e immateriali delle comunità. Nell’ambito della storia del gioco, oltre a una collana di volumi, pubblica dal 1995 “Ludica.
Annali di storia e civiltà del gioco”: la rivista, diretta da Gherardo Ortalli, rappresenta oggi la sede di maggior prestigio per una riflessione scientifica sul significato storico e sociale delle attività ludiche.
La Fondazione sarà presente anche con un intervento all’Auditorium del Forum della Cultura Ludica.
MUCIV
Il Museo delle civiltà, istituito nel 2016, raggruppa in un unico organismo quattro importanti musei nazionali: il Museo preistorico etnografico “Luigi Pigorini”, il Museo delle arti e tradizioni popolari “Lamberto Loria”, il Museo d’arte orientale “Giuseppe Tucci” e il Museo dell’alto Medioevo “Alessandra Vaccaro”. L’obiettivo del museo è valorizzare e promuovere in modo unificato e innovativo collezioni archeologiche ed etnografiche uniche in Italia, per diffondere a un pubblico sempre più vasto settori del nostro patrimonio ritenuti fino ad oggi di interesse esclusivo di specialisti e appassionati.
MUSEO NAZIONALE ETRUSCO VILLA GIULIA
Villa Giulia, residenza suburbana di papa Giulio III (1550-1555), diviene sede del Museo Nazionale Etrusco nel 1889 per volontà di F. Barnabei, archeologo e politico italiano, cui si deve un coerente programma di esplorazioni archeologiche cominciate da Falerii (odierna Civita Castellana), e proseguite in altri centri dello stesso territorio e in abitati, santuari e necropoli del Lazio meridionale, dell’Etruria e dell’Umbria. Le successive campagne di scavo della prima metà del ‘900 – in particolare a Veio e Cerveteri – hanno mutato l’aspetto del Museo, divenuto oggi il più rappresentativo della civiltà etrusca.